LE FORMULE
La prima formula per il calcolo delle lenti intraoculari fu sviluppata in Russia da Fjodorov nel 1968, ma ebbe poco successo in quanto all'epoca l'utilizzo delle lenti intraoculari era poco diffuso e la formula assumeva che la lente fosse nella medesima posizione in tutti gli occhi.
Le formule attualmente in uso sono state introdotte a partire dalle fine degli anni Ottanta e differiscono principalmente proprio per il modo in cui predicono la posizione della lente intraoculare. Dopo circa 25 anni di relativa immobilitĆ , dal 2015 sono state sviluppate numerose formule, che nella maggior parte dei casi si sono dimostrate piĆ¹ accurate di quelle precedenti. Queste sono le formule piĆ¹ note (in ordine alfabetico):
Barrett Universal II. E' probabilmente la formula piĆ¹ utilizzata al mondo. Sviluppata dal un oculista australiano, Graham Barrett, non ĆØ mai stata pubblicata, per cui i dettagli non sono noti. Numerosi studi hanno dimostrato che ĆØ la formula piĆ¹ accurata nella maggior parte degli occhi. E' disponibile gratuitamente sul sito www.apacrs.org.
EVO. Creata da T.K. Yeo, un giovane oculista di Singapore, ĆØ una delle formule piĆ¹ recenti e promettenti. La formula non ĆØ mai stata pubblicata, ma i risultati dei primi studi hanno evidenziato un'accuratezza molto elevata. E' disponibile gratuitamente sul sito www.evoiolcalculator.com
Haigis. Descritta da un fisico tedesco, Wolfgang Haigis, ĆØ molto diffusa in Europa. E' stata la prima formula a predire la posizione della lente sulla base della profonditĆ della camera anteriore e, grazie alla cosiddetta "tripla ottimizzazione", ĆØ in grado di assicurare una buona accuratezza sia negli occhi corti che in quelli lunghi.
Hill-RBF. E' una formula recente ed ĆØ l'unica che non si basa su principi ottici, ma su una forma di intelligenza artificiale (radial basis function).
Hoffer Q. Una delle formule tradizionali piĆ¹ note, descritta nel 1993 da Kenneth Hoffer, il primo chirurgo americano a studiare il calcolo delle lenti intraoculari. Utile soprattutto negli occhi ipermetropi.
Hoffer QST (Hoffer Q / Savini / Taroni). Rappresenta l'evoluzione della Hoffer Q, che ĆØ stata migliorata utilizzando il machine learning, ovvero un metodo basato sull'intelligenza artificiale. Questa formula ĆØ nata presso lo Studio Oculistico d'Azeglio grazie al contributo del Dott. Savini e del Dott. Taroni.
Holladay 1. Probabilmente la formula piĆ¹ famosa, ĆØ stata descritta nel 1988 da un oculista americano, Jack Holladay. Tuttora molto accurata, soprattutto negli occhi con lunghezza media e medio-lunga.
Holladay 2. Evoluzione della Holladay 1, ĆØ stata presentata (ma mai pubblicata) nel 1996. Non ha mai superato l'accuratezza della Holladay 1 e pertanto ha goduto di una ridotta popolaritĆ . Nel 2019 ĆØ stata aggiornata ed i risultati preliminari suggeriscono che la sua accuratezza ĆØ notevolmente migliorata.
Kane. Presentata da Jack Kane (giovane oculista australiano) nel 2019, contiene elementi ottici e di intelligenza artificiale. I risultati dei primi studi la pongono al vertice per accuratezza. Disponibile gratuitamente sul sito www.iolformula.com
Olsen. Sviluppata nel corso degli anni da un oculista danese, Thomas Olsen, che per primo ha riconosciuto l'importanza dello spessore del cristallino nel predire la posizione della lente intraoculare. Attualmente una delle nostre formule preferite.
Panacea. Creata da un oculista costaricano, il Dott. David Flickier, ĆØ una delle formule piĆ¹ utilizzate in Sud America.
Pearl DGS. E' una nuova formula sviluppata in Francia e basata sull'intelligenza artificiale e sull'ottica a lenti spesse.
SRK/T. Altra formula tradizionale, utilizzata da tutti gli oculisti nel mondo. Sviluppata da tre chirurghi americani (Sanders, Retzlaff e Kraft), costituisce l'evoluzione della formula piĆ¹ nota negli anni 80, la SRK. Oggi risulta ancora una delle formule piĆ¹ accurate negli occhi lunghi (miopi).